La mappa non è il territorio
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Una scarsa consapevolezza della realtà provoca frequenti frustrazioni. Crediamo che il mondo funzioni in un certo modo, ma evidentemente esso la pensa in modo diverso.

La mappa non è il territorio - schema concettuale

Alla prossima bisogna svoltare a sinistra, poi 100 metri ed ecco… il Colosseo? Ma questa non è Milano?!

Sembra una scena ridicola, quella di una persona che non ha consapevolezza di dove si trova e naviga il mondo sicuro di sé seguendo una mappa inadeguata. Eppure è storia comune: quanti genitori che sgridano il figlio piccolo e non si capacitano del perché non gli ubbidisca. Come fa il bambino a non capirlo?

Perché dovrebbe essere il bambino a capirlo? Perché invece l’adulto non capisce che quel che fa non funziona e non modifica il suo approccio?

Non siamo in grado di assorbire la realtà nella sua essenza, in maniera obiettiva e precisa. Tanto per cominciare la realtà è incredibilmente complessa e noi siamo limitati, neanche i nostri sensi sono in grado di coglierne la ricchezza. Quel poco che riusciamo a cogliere dobbiamo integrarlo nella nostra comprensione della realtà, la nostra “mappa”. Questa è cosparsa di pregiudizi, incongruenze, buchi, schemi inaffidabili… Tuffi fattori che provocano una visione distorta della realtà.

Avere una mappa della realtà affidabile è fondamentale per potervi interagire in maniera efficace. Se non capiamo come funzionano le cose, ogni azione intrapresa porterà a risultati sostanzialmente casuali. Non riusciremo a capire le relazioni di causa-effetto finché non mettiamo in gioco la nostra mappa della realtà.

Buone notizie: una mappa anche solo leggermente più accurata può portarci a fare scelte di gran lunga migliori. Possiamo inoltre aggiornare la nostra mappa con una certa facilità, pur di accettare che siamo noi a dover cambiare la nostra mappa.

Cosa possiamo fare?

Ogni frustrazione è un buon punto di partenza. Con frustrazione s’intende quella sensazione di impotenza, rabbia, assenza di controllo che proviamo quando otteniamo risultati negativi che non ci aspettavamo. C’è qualcosa che mi causa frustrazione?

Assumiamo di non avere una mappa adeguata, altrimenti non avremmo alcuna frustrazione. Chiediamoci: Qual è la mia mappa a riguardo?

Descriviamo con cura quello che pensiamo. Già solo mettendo le cose nero su bianco ci salteranno all’occhio delle incongruenze. Non facciamo finta di non vederle, invece teniamole a mente, perché dobbiamo rispondere concretamente all’ultima domanda: Come posso migliorare questa mappa?

Migliorare una mappa sbagliata non è così difficile. Possiamo prendere spunto da coloro che riescono bene in quello che a noi crea frustrazioni. Possiamo chiedere consigli ed essere ricettivi e curiosi. Evitiamo d’identificarci con la nostra mappa o rischiamo di metterci sulla difensiva e chiuderci. La mappa è uno strumento, deve solo servirci bene.

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