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Cosa caratterizza una bella vacanza?

Ti dico quello che vale per me: una buona vacanza è una miscela equilibrata di avventura, relax, apprendimento ed esercizio fisico, il tutto nella cornice di un totale distacco dalle questioni di tutti i giorni. Quest’ultimo aspetto è fondamentale: se penso al lavoro, alle bollette o alle cose da fare non mi sento in vacanza, neppure se fossi in un paradiso terrestre.

È una questione di mentalità, non dipende dal luogo in cui ti trovi o come ci si è arrivati.

Seneca, sempre lui, diceva riguardo alla ricerca della serenità:

L’animo devi mutare, non il cielo.

La location non fa la vacanza. Vivo gran parte dell’anno in località turistica; ma io che ci vivo non sono in vacanza. E se mi sposto per lavoro, fosse pure alle Maldive, ancora non mi sentirei in vacanza.

Relax, avventura, apprendimento ed esercizio fisico, invece, li trovo ovunque. Potrei passare la giornata entro 100 metri da casa e non annoiarmi per nulla. E ciò vale in qualsiasi location e con qualsiasi budget a disposizione. Se li vivo con la giusta predisposizione mentale posso sentirmi in vacanza ovunque.

Ma allora, perché paghiamo, spesso tanto, per “andare” in vacanza?

Oltre all’ovvio aspetto di marketing, penso sia dovuto al fatto che spostarci ci sradica fisicamente dalla nostra routine e dai nostri problemi. Metti chilometri e fusi orari tra te e coloro che vorrebbero farti fare delle cose per loro, quello che di solito chiamiamo lavoro. Ti allontani dalla casa, che di lavoro te ne da sempre, e dalle mille cose che ti ricordano che devi devi devi. Atterri, alieno, in un mondo nuovo, in cui tutto è curioso, avventuroso, possibile. In cui non ci sono scadenze.

Eccolo il fascino della vacanza, e vale la pena pagare il biglietto!

Però è solo un rimedio temporale: se ti sposti per un periodo più lungo di qualche settimana, i vecchi schemi ricompaiono. Riprendono le cose da fare, le scadenze, le routine, e ti ritrovi a dover cambiare tutto di nuovo per ritrovare quel senso di “vacanza” che hai perso. Non è cambiato il luogo, siamo noi ad essere cambiati. E non c’entra neppure il lavoro in sé, lo stesso avviene ai pensionati.

Quindi, dove voglio arrivare? C’è qualcosa di utile in questa riflessione o sto solo cercando di pubblicare qualcosa tanto per far finta che sono ancora vivo?

Se la vacanza è soprattutto uno stato mentale, e le altre sue caratteristiche (avventura, relax, apprendimento, attività fisica, eccetera) possono essere sempre gratis o quasi, allora possiamo, almeno in teoria, farci delle vacanze a costo zero. Gratis. O quasi, insomma.

Puoi decidere di essere in vacanza, senza viaggiare. Non è una contraddizione! Puoi stare a casa tua e trovare cose belle, rilassanti o stimolanti da fare senza spendere un centesimo. Puoi esplorare la tua zona in bicicletta. Puoi farlo a piedi. O gattonando. Puoi dormire su una panchina al parco sotto le stelle o nascosto in una rotonda sulla superstrada per vedere cosa si prova a fare il barbone. Puoi trascorrere 7 giorni senza mangiare, per fare esperienza della fame, o fare allenamenti cruenti per vedere come reagisce il tuo corpo. Puoi essere un buon samaritano e passare la giornata in strada ad aiutare chiunque ti capiti a tiro in qualsiasi modo, magari senza poi postarlo su Instagram. Puoi fare pulizia ed ordine a fondo tra i tuoi averi e trovar loro un ruolo ed una importanza, oppure un nuovo padrone. Puoi anche passare le giornate a guardare foglie sotto un microscopio giocattolo, meravigliandoti di ogni minimo dettaglio come se fossi fatto di LSD.

L’importante è farlo con la giusta mentalità, con leggerezza, senza pensare al domani.

Se proprio è un requisito per sentirti in vacanza, puoi anche fare tutto bevendo margaritas. Il punto è che vacanza, alla fine, significa fare qualcosa di diverso da quello che fai di solito, e può essere ugualmente stimolante anche senza spendere un centesimo né fare un chilometro di strada. Sta tutto nella tua testa.

Approfondimenti

L’intera idea è partita da questo video di Beau Miles. Il messaggio principale che vi ho letto è stato: qualsiasi cosa può essere avventura, se c’è sfida, novità, rischio, incognite. Non ti serve andare in Tibet, Quarto Oggiaro può essere ugualmente avventuroso.

La citazione di Seneca, invece, viene dalle solite Lettere a Lucilio. Se vuoi portarti un libro in vacanza, che sia questo.

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Ma lo sai che puoi ascoltare la mia voce suadente dire cazzate ben peggiori di quelle che trovi scritte su questo blog? Ebbene sì, mi diverto con Vittorio e Nicola a parlare di finanza in modo leggero. Puoi ascoltarci su Spotify, Apple Music, Amazon Music, Youtube Music, Deezer e penso anche su Radio Maria.