Non restarci male, ma ho una notizia importante da darti: perdere è brutto.
Eh lo so, grande intuizione la mia.
T’impegni, dai il 100%, fatichi, ti prepari e poi perdi. D’altronde non si può vincere sempre, no? Qualcuno dovrà pur perdere. In una partita a tennis uno vince, l’altro perde. Per forza. Nel calcio al massimo pareggi. Non c’è scampo.
Gente più saggia di me (guardo a te Seneca, vecchio volpone) sostiene invece che si possa vincere sempre. Anzi, che il saggio vince sempre e basta, non può perdere.
Significa forse che il saggio è il più forte di tutti? Il più intelligente e chiaramente il più sexy? No, il trucco sta nel fatto di scegliere sempre il gioco giusto.
Ma allora significa che il saggio non ce la mette mai tutta! Sa che perderebbe a tennis contro Sinner e quindi non ci gioca! Furbo, ma vale la pena vivere così senza provarci mai?
Sbagliato ancora. Il saggio, sempre secondo Seneca, ce la mette tutta e ci prova sempre, anche se le possibilità di riuscita sono minime. Rinuncia solo se è impossibile o senza senso.
Ma allora dove sta il trucco? Per spiegarlo ci torna utile un concetto moderno.
Motivazione intrinseca ed estrinseca
Quando facciamo qualcosa e cogliamo una qualsiasi sfida lo facciamo perché siamo motivati da qualcosa. Questo qualcosa può essere estrinseco (ad esempio il denaro, la fama, il potere) oppure intrinseco (la curiosità, il piacere, l’imparare, il migliorarsi).
Le ricompense estrinseche non dipendono da noi, o quantomeno non possiamo controllarle del tutto. Il fatto di fondare un’azienda non ci garantisce che diventeremo ricchi. Il fatto di essere il numero uno del ranking ed esserci allenati per decenni non ci garantisce la vittoria.
Le ricompense intrinseche, invece, sono completamente sotto il nostro controllo. Che diventi ricco o meno, fondare un’azienda è interessante, stimolante, difficile. S’impara tanto, si affrontano sfide nuove ed interessanti. Che si vinca o meno la partita, alla sua fine si sarà migliori, più consapevoli, più allenati, più scaltri. Ci saremo messi in gioco, saremo soddisfatti di aver fatto del nostro meglio.
Il saggio sceglie sempre le motivazioni intrinseche.
Esternamente sembra non cambiare nulla. Egli continua a fondare aziende e giocare a tennis, è dentro che tutto cambia. Invece di ossessionarsi coi soldi ed il potere, fa del suo meglio per capire, imparare, pensare fuori dagli schemi e trovare soluzioni interessanti. Se la gode e non può perdere. Invece di ossessionarsi col punteggio, fa di ogni singolo game una occasione per giocare al meglio delle sue capacità, eseguire colpi puliti, capire il suo avversario, dosarsi meglio.
Alla fine è anche probabile che otterrà anche le migliori ricompense estrinseche possibili: le prestazioni di chi è intrinsecamente motivato sono di solito le migliori possibili.
E, come detto, vinci sempre.
In pratica
Come calare questo approccio nella nostra vita di tutti i giorni?
Innanzitutto riconoscendo la futilità di ogni ricompensa estrinseca.
Certo, i soldi fanno comodo, la fama porta fiducia, il potere fa piacere. Però alla fine sei sempre schiavo degli altri. Sono gli altri a darti soldi, fama, potere e quant’altro, per definizione! Estrinseco vuol dire che non dipende da te.
D’altro canto la motivazione intrinseca è più stabile, nobile ed in ultima istanza anche la più piacevole. Fare qualcosa in uno stato di flusso e curiosità è forse la cosa più bella che si possa fare, qualsiasi cosa sia, dal crescere un figlio al fondare una azienda fino all’estirpare le erbacce. Una buona vita è fatta di quei momenti, indipendentemente dalla quantità di denaro, fama e potere che si possono accumulare.
Poi, l’ho già accennato, c’è il fatto che, di solito, chi è intrinsecamente motivato ha prestazioni ottime, migliori di chiunque sia ossessionato dal risultato estrinseco. Si possono compiere scelte più lucide, restare motivati nelle difficoltà, dare il 100% senza abbassare la guardia anche quando si “vince”.
Una volta riconosciuto che la motivazione intrinseca è l’unica che conta, possiamo trovarla in ogni cosa. Puoi trovare il piacere nel lavare i piatti al meglio delle tue capacità, così come nello studiare un nuovo argomento.
Non avrai neanche bisogno di compensare le fatiche coi piaceri!
Invece di passare una giornata schifosa in ufficio solo per i soldi dello stipendio per poi doversi rilassare davanti alla TV puoi trascorrere una giornata stimolante in ufficio per poi andare a casa e fare altre cose curiose o stimolanti. Che magari consistono nel guardare la TV cercando di capire l’arte di una buona sceneggiatura ad esempio, invece di esserne lobotomizzato. In questo caso non è necessariamente la TV o il lavoro ad essere negativi, anzi, è l’atteggiamento che teniamo nei loro confronti.
E poi esercizio, esercizio ed esercizio. Chiediti spesso: “Qual è la mia motivazione intrinseca?”
Tatuati questa domanda sulla mano, scrivila sul muro, incorniciala in ufficio e non potrai che vincere sempre. Come il saggio, non potrai più perdere.
Un esempio: Too Big To Fail
Questo è l’atteggiamento che sto avendo verso un nuovo progetto. Un podcast. In ritardo sul mercato? Probabile, ma onestamente me ne infischio del suo successo economico o di fama. So che da questi fattori dipendono la sua durata, ma anche della sua durata m’interessa relativamente.
Lo scopo, invece, è creare qualcosa di unico, originale, coraggioso. Imparare come si fa un buon podcast, come impostare la voce in modo chiaro, come creare contenuti interessanti su temi a volte noiosi. Tutte cose che non so fare ma che mi incuriosiscono. L’obiettivo è imparare.
E poi c’è il fattore sociale: è un podcast a 3 voci con altri due mattacchioni, Vittorio e Nicola, la cui compagnia mi diverte molto e con cui è sempre un piacere conversare, comunque vada.
Infine c’è il fattore intellettuale: si parla di finanza personale, quindi si finisce con l’affrontare un ampio spettro di argomenti molto disparati e, guarda un po’, personali. Anche qui, interessante.
Insomma, ormai te l’ho introdotto, quindi tanto vale che te lo ascolti. Too Big To Fail è un podcast di finanza personale a 3 voci che non si prende troppo sul serio ed è guidato perlopiù da motivazioni intrinseche. Lo trovi su Spotify, Apple Podcasts, Deezer, YouTube, Amazon Music, Acast o dovunque tu ascolti i tuoi podcast. Se non lo trovi, fammelo sapere.
E qui c’è la prima puntata:
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