Questa lettera fa parte della serie Punti di vita.
L’autore di Finanza Cafona ha pubblicato il suo punto di vista qui.
Amico mio,
Mi dispiace per la tua perdita, la capisco davvero.
Ho avuto modo di conoscere solo i miei nonni materni ed anche per me sono stati un esempio influente, con le loro storie ed il loro modo di vivere. Ho anche vissuto con loro per un anno, quando ero bambino, e sono sempre stati presenti da allora.
Mi piacerebbe presentarteli.
No, non è mia nonna, questa è una foto di Nick Karvounis.
Presentazioni
Entrambi i miei nonni sono nati nel 1936 in un paesino dell’entroterra siciliano che più borgo di così si muore, hanno vissuto la guerra, la miseria, l’ignoranza e la fame.
A 12 anni mio nonno lasciò il paese dopo uno scontro col padre, lupare incluse, e si trasferì a 50km di distanza; trovò lavoro come manovale, imparò un altro mestiere e coi calli alle mani tornò in paese per prendere in sposa mia nonna quando aveva vent’anni.
Io a vent’anni anni guardavo Dragon Ball.
Fresco di matrimonio, mio nonno partì per il Sud America per sfuggire alla miseria. Mia nonna era incinta e partorì mia madre in una casa rurale senza l’acqua corrente, col solo supporto di una levatrice analfabeta. Sia lei che mia madre hanno sfiorato la morte.
Io mi sento un eroe quando dono il sangue, quell’ago è grosso.
L’anno dopo mia nonna raggiunse mio nonno e lì, in terra straniera e tra mille difficoltà, si costruirono una vita, ebbero due figli, formarono una comunità di italiani, si spaccarono di lavoro, subirono soprusi, abboccarono a truffe, risparmiarono, esplorarono, investirono e vissero mille avventure entrate nelle leggende familiari.
Tutte cose che facciamo anche noi “giovani”, per lo più in giochi di ruolo online.
Negli anni ’80, soddisfatti di quello che avevano realizzato e dei figli che si lasciavano dietro, tornarono in Italia per l’ultima lunga fase della loro vita. Mai una volta si sono tirati indietro dall’aiutare qualcuno in difficoltà, parente o meno che fosse.
Come ti dicevo, ho vissuto un anno con loro ed ho ricevuto lezioni sufficienti ad una vita intera. Sono troppe e troppo belle per poterle sintetizzare tutte qui, quindi dovrai accontentarti di quello che segue.
Gente, prestate attenzione, c’è della saggezza in arrivo. Foto di Annie Spratt.
Lezione 1
Ho sempre considerato i miei nonni come degli eroi. Anche mia madre è una eroina ai miei occhi, sia chiaro, ma lei è più ambivalente… diciamo come Batman. I miei nonni sono Superman: senza la macchia della seconda guerra mondiale e senza i privilegi dei nostri genitori.
Fin da bambini si sono ritrovati con una piccola responsabilità: ricostruire il mondo dopo una guerra mondiale. E loro lo ricostruiscono e gli fanno fare un bel balzo culturale, tecnologico e demografico. Gli sarà mai venuto il dubbio di non farcela?
Ecco la loro prima lezione:
Credi in te stesso. Ce la puoi fare, se non hai paura di fallire.
L’ho capito solo di recente, tipico segreto nascosto in piena vista. Quanti di noi si trattengono per paura di sbagliare ed esserne imbarazzati?
Lezione 2
Il bello del successo dei nostri nonni è che non possiamo giustificarlo col classico “hanno vissuto l’epoca giusta”. Nella loro epoca ci sono stati fascismo, occupazione nazista, bombardamenti, fame, freddo, malattie, emigrazione, razzismo, sfruttamento e tante altre miserie.
Sono stati cresciuti a calci nei denti e gettati a nuotare in un fiume pieno di piranha, ma con quell’esperienza hanno capito che:
Quello che ti fa bene è diverso da quello che vuoi.
Ho disprezzato i miei nonni da bambino, quando mi facevano mancare i dolciumi che gli altri bambini avevano; non li ho ringraziati per essere il bambino più in forma della classe, anzi odiavo andare a correre con loro; detestavo quando mi gettavano nella pista da ballo contro la mia volontà.
Tutte quelle fatiche e quell’uscire dalla zona di confidenza era ciò che mi faceva crescere.
Lezione 3
Un giorno, quando ero bambino, mia nonna mi mostrò una foto. C’erano le tre vecchie zie che l’hanno cresciuta, note a tutti i parenti come “le vecchie megere di
Mentre indicava la foto, mia nonna mi disse: “quello che sono lo devo alla loro disciplina ed a quello che mi hanno insegnato ma all’epoca non potevo saperlo. Ora lo capisco ed anche tu un giorno lo capirai”.
Mia nonna oggi è malata di Alzheimer e non mi capirebbe più, ma ho finalmente recepito il messaggio:
Non aspettarti ringraziamenti. Se sei convinto che qualcosa è giusto, fallo e basta.
Lezione 4
Ah, avrei così tanti aneddoti su mio nonno! Mi ha insegnato così tanto che farne una sintesi non mi sembra possibile, però uno di questi insegnamenti devo condividerlo, ti farei un torto altrimenti.
La vita è piena di divertimento, per chi è curioso.
Lui me lo ha dimostrato con la sua vita: oggi ha 85 anni e sta scrivendo il suo terzo libro. Un muratore con la terza elementare diventato anche idraulico, elettricista e capomastro, che ha frequentato le scuole serali una volta tornato in Italia e che potrebbe ancora suonarmele, non fosse sempre sorridente e gioviale. Come posso non provare un…
Senso di inferiorità
Davanti a modelli del genere rimango un po’ come te al cospetto di Roma: che mi devo inventare per dimostrarmi all’altezza?
Bello, ho scalato un sasso, e loro? Il Cerro Torre. Foto di Joshua Earle.
Apro una parentesi: quando ero ragazzo giocavo a questo gioco, Age of Empires, sono sicuro che lo conosci, appassionato di storia come sei; l’obiettivo era gestire una civiltà e conquistare le altre. L’intelligenza artificiale dei primi 2000 sapeva farti sentire come Isaac Newton, quindi dopo poco avevo sempre un vantaggio sui nemici ma io, invece di fare quello che serviva per vincere la partita, mi liberavo di tutto per vedere se sarei stato capace di ricostruire tutto da zero. Dimmi tu se sono strano.
Anche oggi ho lo stesso impulso: neanche abbiamo finito i lavori a casa nostra che già non vedo l’ora di sistemare una cascina nei boschi; potrei concentrarmi sul mio lavoro vero e farci più soldi e invece avvio un blog. Sono assuefatto: mi piace partire da zero e vedere dove posso arrivare e lo rifaccio ancora ed ancora…
Dirai, cosa c’entra coi tuoi nonni? È per imitare loro che lo faccio: loro hanno ricostruito un mondo in rovina e si sono costruiti all’estero una vita da zero ed io ammiro tanto la cosa che voglio dimostrare di poterlo fare anche io.
Forse quella non è la nostra missione comunque, dovremmo invece concentrarci sul mantenere la ricchezza che ci hanno lasciato. Potremmo riuscire ancora a rimandare il casino del cambiamento climatico ed a ripristinare una parvenza di società in cui non siano tutti arrabbiati col mondo; dopotutto lo dobbiamo ai nostri nonni ed ai nostri nipoti.
Ah, odio chiudere con una vena malinconica.
Quando Chuck Norris parla a Vanvera, Vanvera risponde.
Così va meglio, alla prossima!
La versione di Finanza Cafona
Avere più punti di vista ci permette di apprezzare meglio la profondità di qualcosa, quindi è tempo di leggere le lezioni dei nonni di FinanzaCafona.
Vi ricordo che trovate tutte le nostre lettere nella serie Punti di vita.
Foto di copertina by <a href="https://unsplash.com/@bmeliti?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Brett Meliti</a>.
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