Normale non significa positivo - Copertina - Gregge

Normale non significa positivo

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Per nostra natura, confrontiamo quello che facciamo con le persone a noi “vicine”, che siano i nostri coinquilini o il vecchio collega che non vediamo da anni ma di cui seguiamo ogni aggiornamento su Facebook.

Ci adattiamo al comportamento della nostra comunità. La normalità ci rassicura.

Tuttavia, ci sfugge spesso una sottigliezza: ciò che è normale non è per forza buono. Anzi, tra normale e buono penso non ci sia nemmeno una correlazione decente.

È normale essere fuori forma e sovrappeso. Ed è normale invidiare chi è in forma, cercando qualche trucco per arrivarvi senza esercizio né dieta.

È normale essere scontenti o addirittura nevrotici. Ed è normale non cambiare nulla di sostanziale nelle nostre vite. Al più possiamo ricercare un qualche fantomatico trauma infantile, simbolicamente connesso al nostro malessere, a cui dare tutta la colpa per sentirci un po’ meno peggio.

È normale essere narcisisti in un modo che 100 anni fa sarebbe stato considerato patologico. Ed è normale anche lamentarsi della disgregazione della nostra società.

È normale avere deficit di attenzione e problemi nell’apprendimento. Ed è normale considerare la scuola attuale (da decenni in crisi) ed i suoi metodi (da decenni non aggiornati) l’unico modo sensato per istruire una persona.

È normale passare la giornata in ufficio o in fabbrica e dare il meglio di noi sul lavoro, a favore di un capo che, è normale, non stimiamo. Ed è normale dedicare solo le briciole alla propria famiglia, quando non proprio il peggio di noi.

È normale mettersi sulla difensiva quando qualcosa non ci piace o ci mette a disagio o ci costringe a fare i conti con le nostre incoerenze. È normale arrabbiarci con chi ce lo fa notare e dargli contro. Ed è normale non pensarci più di tanto ed andare avanti con le nostre vite come se nulla fosse.

Quello che non è più normale è arrivare alla fine di un articolo di blog.

Complimenti, ma questo è più breve del solito, non gasarti.

Copertina di Marco Willener.

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Felicità Finanziaria

Bell’articolo: breve ma denso. E’ importante non pensare che ciò che vediamo tutti i giorni intorno a noi sia il miglior o l’unico modo di vivere la vita. Consiglieresti qualche libro/articolo sul tema come approfondimento?

Alcuni passaggi mi hanno fatto pensare a “Il coraggio di non piacere” (Kishimi, Koga) e alla filosofia adleriana. Ne hai mai sentito parlare?