Come investire tra i 20 e i 40 anni
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Dopo aver parlato di come investire i primi Euro, continuiamo ad analizzare la vita di un investitore ideale con Lorenzo di ICBS. In questo post ci parla della seconda fase, il periodo tra i 20 ed i 40 anni.

Questo post è apparso originariamente su investireconbuonsenso.com.


È importante risparmiare quando si è giovani, soprattutto perché da come investiremo in questa fase della vita dipenderà molto probabilmente il nostro futuro livello di benessere finanziario.

Chi ha più di qualche anno sulle spalle e un po’ di esperienza di investimenti sui mercati finanziari, sa che dal giorno in cui decidiamo di investire il nostro primo euro fino al momento in cui quello stesso euro verrà effettivamente prelevato, cambiano tantissime cose.

Non cambia solo il nostro aspetto fisico, il nostro livello di educazione culturale e professionale, il luogo nel quale abitiamo, le persone con le quali abitiamo, il lavoro.

Tante esperienze di vita, positive e negative, forgiano il nostro carattere. Esperienze che in molti casi azzerano gli obiettivi della gioventù anche a causa di imprevisti che mai avremmo pensato di incontrare ai tempi dell’università o del nostro primo lavoro.

Come ho già scritto in questo articolo, personalmente non ricordo per quale motivo ho investito il primo euro.

Per gli obiettivi finanziari giovanili non serve essere accurati

Chiedere a un ragazzo di 25 anni di risparmiare con obiettivi ben precisi, secondo la mia opinione personale, è abbastanza inutile.

Moglie e figli probabilmente ancora non ci sono, le responsabilità di un bilancio familiare sono lontane, gli imprevisti da giovani non sono quasi mai devastanti finanziariamente parlando e la pensione è avanti mezzo secolo.

Non ha senso fissare degli obiettivi ben precisi in questo momento della vita.

Anzi no, mi correggo, due obiettivi dovrebbero sempre esserci.

Apprendere i segreti del bravo investitore studiando e perché no, anche sbagliando. E risparmiare tanto per farsi trovare pronti. Pronti a che cosa lo capiremo più avanti nel tempo.

Quello che invece non deve accadere è comprendere alcune semplici regole di base su come investire bene i nostri risparmi** troppo tardi.** Se lo faremo in età troppo avanzata avremo perso per strada il miglior ingrediente per moltiplicare la ricchezza, il tempo.

Come ha scritto nel suo ultimo libro “Invest, your way to financial freedom ” lo scrittore inglese Robin Powell, i giovani, quelli con una età che va dai 20 ai 40 anni tanto per intenderci, oggi devono fare i conti con notizie buone e cattive.

Notizie buone e notizie cattive per i giovani investitori

Quelle cattive si chiamano pensioni future meno generose, prezzi di azioni, obbligazioni e immobili storicamente non a buon mercato, un tasso di crescita reale dei salari molto più basso del passato. Apparentemente ai giovani saranno richiesti, rispetto ai loro genitori, più tempo e sacrifici per guadagnare l’indipendenza finanziaria.

Ma ci sono anche delle buone notizie. Una maggiore consapevolezza di cosa fare per guadagnare in anticipo la porta di uscita. Ovvero risparmiare di più e sprecare di meno. E questa mi sembra una buona notizia almeno nell’interesse del pianeta.

Con internet l’educazione finanziaria è accessibile a tutti a costo zero. Un vantaggio competitivo che alza il rendimento potenziale di un investimento. Ma non solo.

Stiamo vivendo nel secolo dell’accesso a strumenti finanziari fino a pochi anni fa disponibili solo agli investitori professionali. Pensiamo agli ETF ad esempio. Maggiore** diversificazione** a costi più bassi, tutto comodamente acquistabile dalla poltrona di casa nostra.

Se Millennials e Generazione Z non potranno forse godere degli stessi vantaggi di chi li ha preceduti, il processo di investimento a loro disposizione oggi è più semplice, efficiente e conveniente.

Quando raggiungiamo l’età di 20 anni abbiamo vissuto poco meno di 240 mesi. Se siamo fortunati potremmo averne a disposizione addirittura altri 1000 di mesi.

Quanti di questi mesi vogliamo mettere al sicuro finanziariamente parlando dipende in larga parte dalle** nostre scelte giovanili**.

Come ho cercato di spiegare nel mio nuovo libro fresco di pubblicazione “Come investire il mio primo euro

Mentre per un adulto dal punto di vista finanziario ogni anno che passa è una folata di vento in senso contrario che richiederà sforzi aggiuntivi per essere bilanciata, per un bambino il tempo è un’arma eccezionale che gli consentirà di ottenere risultati di lungo periodo molto ambiziosi.

L’importanza di partire presto

Se i nostri genitori sono stati illuminati e, da quando siamo venuti al mondo ogni mese della nostra vita hanno investito 100 euro in un banalissimo ETF che investe sulle azioni mondiali, allora a 20 anni e con un rendimento medio composto del 8%, ci ritroveremo con circa 60 mila euro.

E se dopo aver ringraziato mamma e papà per un così bel regalo la nostra pigrizia ci porta però a non fare nulla, lasciando andare l’investimento così come ci è stato consegnato? Cosa succede? Il risultato va aldilà di quello che potete immaginare.

Senza fare nulla a 60 anni avremo 1,3 milioni di euro. Totale investito 24 mila euro.

D’accordo, non tengo conto di inflazione, costi e tasse ma questo è il risultato. Il gruzzoletto si è moltiplicato per oltre 50 volte.

Se siamo ventenni e i nostri genitori non hanno investito i soldi che regolarmente entravano nel nostro** salvadanaio**, la situazione non è irrimediabile.

Con un piccolo reddito mensile costante a nostra disposizione ipotizziamo così di investire sui mercati azionari globali 200 euro al mese per soli 10 anni. Dopo questo periodo possiamo anche decidere di fermarci, se vogliamo. Sempre utilizzando un rendimento medio annuo composto dell’8% all’età di 60 anni ci ritroveremo probabilmente con quasi 400 mila euro.

Sapete quanto costerebbe ritardare questo gesto? Ritardare di 10 anni l’investimento, mettendolo a terra ad esempio tra i 30 e i 40 anni, costerebbe quasi 220 mila. A 60 anni di euro ne avremo disponibili circa 180mila e non 400mila.

Più rimandiamo** il buon gesto di risparmiare e investire,** più denaro (e quindi meno spese per i consumi di tutti i giorni) sarà necessario per raggiungere l’indipendenza finanziaria negli anni futuri.

Potremmo quindi dire che** gli anni dei 20 e dei 30 sono gli anni della spensieratezza, ma non della sconsideratezza**.

Dobbiamo cercare di spingere al massimo sui pedali pensando al lungo percorso che ci aspetta. Usando sempre un gergo ciclistico, in questa fase non dobbiamo assolutamente perdere la scia di un gruppo che ci trascinerà con poco sforzo e più velocemente al traguardo.

Spingere sulla capacità di risparmiare è il fattore più importante tra i 20 e i 40 anni

Contemporaneamente dobbiamo anche non essere troppo timidi sul grado di rischio degli investimenti. Maggiori saranno le oscillazioni di prezzo (ovviamente calcolato e su strumenti e asset allocation giuste), più alti saranno i rendimenti attesi che in futuro amplificheranno i vantaggi offerti da quella che pare Albert Einstein definì l’ottava meraviglia del mondo, la capitalizzazione composta degli interessi.

Nel rapporto Consob 2021 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane è emerso un dato, almeno per me, incredibile. Tra i 18 e i 44 anni un italiano su due reputa più importante la protezione del capitale e la garanzia del rendimento rispetto al rendimento atteso e i costi.

Fonte: Consob

Questi ultimi due fattori, maggiori rendimenti e minori costi, sono proprio quei motori che ci porteranno prima del tempo a raggiungere la libertà finanziaria.

La protezione del capitale, in questa fase della vita dove di capitale ne abbiamo probabilmente ancora poco, ci farà perdere tempo prezioso.

Tempo nel quale ci saranno tutte le occasioni di questo mondo per recuperare i momenti negativi di mercato e tempo che andiamo a sottrarre alla capitalizzazione degli interessi e al suo effetto moltiplicatore.

Se abbiamo l’opportunità e la fortuna di mettere da parte dei risparmi tra i 20 e i 40 anni, le decisioni di investimento che prenderemo saranno le più impattanti di tutta la nostra carriera di investitore.

Partendo presto, anche con poco, otterremo tanto. E così l’indipendenza finanziaria ci consegnerà molto più tempo per noi stessi in età avanzata.

Sono consapevole che la tentazione di cercare scorciatoie in questi momenti della vita (ma non solo in questi) è forte. Evitiamo per il nostro benessere finanziario.

Sarò sincero. Mentre faccio questa affermazione sono conscio che forse è meglio non essere ascoltato. Il motivo? L’esperienza è, assieme al tempo e alla conoscenza, uno dei più grandi amici di un giovane investitore.

Se un ragazzo di 25 anni prende qualche sberla finanziaria fin da subito, questa tutto sommato è la sua fortuna. Il capitale bruciato è poco e il tempo per recuperare è tanto. E nel frattempo esperienza e conoscenza migliorano.

Come imparano ad investire i giovani

Una ricerca del 2021 del sito quellocheconta.gov.it ha messo in evidenza che tra i 18 e i 40 anni l’apprendimento autonomo è il metodo preferito dai giovani per imparare i fondamenti dell’investire denaro. Al secondo posto un giovane impara ad investire durante la frequenza di corsi universitari.

Fonte: quellocheconta.gov.it

Siccome la domanda successiva del sondaggio riguardava il dove investono questi giovani la loro prima volta, beh direi che né il self service, né la scuola ad oggi hanno fatto un gran bel lavoro.

Fonte: quellocheconta.gov.it

Solo un quarto del campione ha dichiarato di investire in fondi e ETF (non ci è dato sapere di che natura), mentre tutto il resto viene spalmato tra azioni singole (il 27%), criptovalute e obbligazioni (10% a testa) e poi polizze assicurative (8%) forex e fondo pensione alla pari con il 7%.

E questo è forse il dato che più rende l’idea della grande confusione che circonda i giovani investitori. Obiettivi di giornata contro obiettivi di decadi. Biglietto della lotteria contro investimento lento, noioso ma redditizio.

Se la filosofia dello slow food pone al primo posto tra i suoi valori qualità e pazienza nel produrre buon cibo, così anche lo slow investment è in grado di offrire nel lungo periodo i risultati migliori utilizzando i prodotti giusti. Investire lentamente, con pazienza, lasciando lavorare il capitale a un rendimento pari a quello che offrirà il mercato in futuro. Comportamenti che trasformano il piano che abbiamo creato in una scelta vincente. L’attivismo deve essere ridotto al minimo indispensabile. I prodotti utilizzati poco costosi, semplici ed efficienti (estratto del libro “Come investire il mio primo euro“)

Ma quali consigli posso dare come esponente della** Generazione X** a un giovane investitore oggi?

Cosa deve fare un giovane investitore

Non aspettatevi prodotti o asset allocation. Prima di arredare casa dobbiamo costruire le fondamenta. Asset allocation e prodotti sono gli ultimi della lista a cui pensare.

Consiglio di fissare degli obiettivi; come ho detto prima anche generici vanno bene. Sappiamo che molti di questi obiettivi cambieranno, ma l’importante è risparmiare con una motivazione.

E quando abbiamo fissato degli obiettivi cerchiamo di capire entro quando e con che cosa vogliamo realizzarli.

Una parte dei soldi servono per fronteggiare le emergenze o cambiare l’auto? Allora non vanno investiti in azioni. Conto corrente, conti deposito o obbligazioni molto sicure sono ok per l’obiettivo.

Vogliamo mettere da parte un po’ di soldi per la nostra futura casa? Ci sta, però i mutui oggi hanno un costo decisamente più basso (il tasso medio in Italia è del 2,2% ma sta salendo) rispetto al rendimento atteso di un investimento azionario (diciamo tra 8% e 10%). Scegliere di non investire per evitare di indebitarsi con una banca con un** mutuo prima casa,** non è una scelta finanziariamente vincente in questo momento storico.

Tutto il risparmio che non è destinato a coprire spese vicine nel tempo, deve essere semplicemente dirottato verso un ETF azionario globale o comunque un paniere di ETF ben diversificato, automatizzando il processo con un bel piano di accumulo periodico che ci permetterà comunque di vivere la nostra gioventù senza troppi sacrifici. Scegliamo l’intermediario finanziario con le condizioni migliori di conto corrente e conto titoli.

A quel punto, con un costo di soli 3 euro all’anno per ogni 1000 euro investiti (0,3% è il costo medio di un ETF), lasciamo che il mercato fra qualche decina di anni ci ricompensi per l’ottima scelta fatta.

Se lavoriamo ricordiamoci di aprire e alimentare un fondo pensione. Se siamo lavoratori dipendenti c’è la possibilità che il datore di lavoro doni gentilmente ogni mese una percentuale aggiuntiva dello stipendio alla nostra indipendenza finanziaria. E a fine anno pagheremo meno tasse.

Non dobbiamo avere paura di osare. A 20 o 30 anni investire al 100% in azioni per obiettivi di lungo periodo è consigliato. Ma se non ce la sentiamo, siamo liberi di scegliere un mix di ETF a basso costo ripartito tra azioni e obbligazioni. Esistono anche ETF che fanno tutto questo in modo automatico per noi a costi bassissimi e con ribilanciamenti automatici.

Ma ricordiamoci sempre che le azioni servono per far crescere il capitale, le obbligazioni per proteggerlo.

Cosa NON deve fare un giovane investitore

Non dobbiamo essere pessimisti. Anche risparmiando poco all’inizio, come ho dimostrato si possono ottenere grandi risultati. Creiamo un ambiente positivo di risparmio. Vale la regola del “prima pago me stesso” come una qualsiasi bolletta; poi spendiamo il resto se serve.

Non ascoltiamo le notizie finanziarie. Quello è rumore di breve periodo creato ad arte per vendere più copie o farci cliccare sulla notizia. Un rumore che ci spingerà a intervenire per modificare il piano, quasi sempre distruggendolo.

Non dobbiamo tentate di battere il mercato. No trading, no singole azioni, no troppi fondi tematici, no strumenti complessi.

Il gioco è a somma zero, ogni transazione finanziaria ha un vincente e un perdente. Siccome giochiamo tutti quanti su un tavolo dove ci sono milioni di operatori finanziari professionisti cerchiamo di rimanere umili, evitiamo di pensare di essere i più furbi di un pianeta di quasi 8 miliardi di persone, i meglio informati, o quelli che hanno scoperto il sacro Graal del trade perfetto.

Nemmeno i gestori professionisti riescono a battere il mercato. Numerose ricerche hanno dimostrato che a distanza di 15 anni 8 fondi su 10 non battono il loro benchmark e quasi mai i vincenti li ritroviamo in testa nelle classifiche degli anni successivi. I motivi sono diversi, ma costi e incapacità di essere persistenti nel tempo la fanno da padroni.

In questa fase della vita serve un consulente finanziario?

Dipende. I caso più semplici, quelli con pochi risparmi accumulati nella fase iniziale della nostra carriera di investitore, possono essere gestiti in autonomia se ci sentiamo in grado di farlo.

Non buttiamo via soldi in corsi troppo costosi, leggiamo qualche buon libro (o qualche blog ben fatto e gratuito) e apprendiamo le basi essenziali dell’investimento. Sarà sufficiente. Se l’insicurezza la fa da padrona allora l’appoggio di un consulente sarà sicuramente utile.

Più aumenteranno età e complessità (e capitali in gioco), più gli obiettivi saranno precisi, maggiore sarà la necessità di essere affiancati da** un consulente (possibilmente **indipendente) che non è costretto a vendere i prodotti collocati dalla banca per la quale lavora, ma quelli che ritiene i migliori per i nostri obiettivi di vita.

Quello che serve negli anni dei 20 e dei 30 è rischiare i pochi o tanti risparmi con buon senso, ottimismo e spensieratezza. Prodotti pochi e low cost. Diversificare tanto. Le scommesse di mercato devono stare fuori dalla porta.

Questi sono gli anni nei quali, come dice lo scrittore americano Morgan Housel, dobbiamo

risparmiare da pessimisti e investire da ottimisti.

Tempi e modi per aggiustare il tiro, se i nostri piani non dovessero risultare perfetti, li conosceremo nella prossima puntata quando parleremo di come investire dai 40 ai 60 anni.

Buon investimento