Una delle competenze più importanti dell’homo sapiens è saper interagire con gli altri. Può trattarsi di condividere informazioni, coordinarsi per una battuta di caccia o argomentare il significato della vita.
Può anche trattarsi di un dibattito pubblico o di uno scontro. In questo caso la retorica ci viene in aiuto per vincere ogni discussione che vale la pena di affrontare.
Ti presenterò oggi alcuni fondamenti di retorica che cambieranno la tua prospettiva su come funziona una discussione. Usali con saggezza.
Come perdere ogni discussione
Partiamo dall’analisi di un cattivo esempio.
Qualche tempo fa abbiamo tenuto l’assemblea condominiale. Quale miglior palestra per mettere alla prova le mie capacità retoriche?
Ebbene, mi sono preparato per tempo, pensando a tutte le possibili critiche dei miei avversari. Per ognuna ho trovato una contro-argomentazione logica, forte ed inattaccabile.
Risultato? Dopo 3 ore di assemblea avevo preso solo legnate!
Che forse i miei avversari usavano argomentazioni logiche migliori delle mie? Impossibile, sembrava di stare al Maurizio Costanzo Show. Di logica ce n’era ben poca.
Il problema è che non ho tenuto a mente le basi della retorica.
La prima lezione fondamentale, infatti, è che non esiste solo l’argomentazione logica. Anzi, questa è purtroppo l’aspetto più fragile in ogni dibattito.
Fondamenti di retorica
Provare a sintetizzare la retorica in generale è un compito troppo arduo per le mie povere capacità. Essa ha più di due millenni di storia, si è intrecciata con numerose discipline ed è ancora in rapida evoluzione.
La sua pagina di Wikipedia conta più di 14000 parole!
Quello che farò, invece, sarà prendere un concetto cardine molto interessante ed illustrartelo, mettendo in risalto le sue implicazioni.
Il nostro maestro sarà Aristotele. Egli identifica tre tipi di argomentazione con cui persuadere il nostro interlocutore e/o pubblico:
- Logos: Sono argomentazioni che persuadono grazie al discorso, alla pura logica.
- Pathos: Sono argomentazioni che persuadono facendo leva su sentimenti ed emozioni.
- Ethos: Sono argomentazioni che persuadono grazie alla reputazione dell’oratore.
È un po’ come per i tipi di sapere: abbiamo a che fare con un iceberg la cui punta evidente, il Logos, non è che una minima parte del sistema.
Quando cerchiamo di vincere una discussione, spesso ci fermiamo al Logos e pensiamo che basti a convincere tutti. Invece, le altre due dimensioni hanno un impatto molto importante!
Facciamo qualche esempio.
Al comizio elettorale del partito Alpha ci presentiamo con la maglietta e la bandiera dell’odiato partito Beta. Quanti saranno interessati alla nostra fine logica?
Nessuno, non abbiamo alcun Ethos (reputazione): appartenendo al gruppo opposto nessuno vorrà ascoltare le nostre opinioni e, se anche le ascoltasse senza lanciarci uova marce, non ci darà comunque credito.
Stiamo discutendo con una persona che non segue il discorso. Salta di qua e di là con le argomentazioni in risposta alla nostra logica e quando sembra che l’abbiamo incastrata in un angolo preme il tasto reset e torna al punto di partenza.
Perché la logica faccia breccia è necessario che tutti siano intellettualmente onesti, aperti al dialogo e capaci di seguire quella logica.
Ecco una immagine colorita.
Non giocare a scacchi con un piccione.
Puoi essere il miglior giocatore al mondo ma lui butterà a terra i pezzi, defecherà sulla scacchiera e se ne andrà in giro impettito come se avesse vinto lui. Anonimo - Click to Tweet
Sono sicuro che conosci almeno un piccione. Facciamo un ultimo esempio:
Siamo bravi ad argomentare e siamo dalla parte del giusto ma colui col quale discutiamo conosce le emozioni della platea. Ad ogni nostro ragionamento logico egli spara una sentenza di parte o una espressione popolare che infiamma la folla, prendendola per la pancia.
La nostra logica è superiore. E allora? La folla ci volterà le spalle lo stesso!
Verrebbe da chiedersi…
L’argomentazione logica è utile?
Certo che sì, ma solo se abbiamo già sistemato gli altri due elementi, pathos (emozioni) ed ethos (reputazione), in modo da creare un terreno di confronto equilibrato dove la logica possa fare la sua parte.
Senza equilibrare il terreno, ogni sforzo di vincere la discussione con la sola logica sarà vano.
Le discussioni più utili, quelle che ci fanno ottenere di più, sono quelle in cui la logica ha un ruolo centrale.
Ma attenzione: non sempre è possibile equilibrare il terreno. In tal caso meglio evitare il confronto, non ci sarà nulla di buono ad attenderci.
Immaginiamo di essere afroamericani davanti ad una folla inferocita di KKK. Meglio avere le capacità di Usain Bolt che quelle di Aristotele: ?♂️ batte ? .
Oppure vogliamo spiegare in modo rigoroso come funziona un vaccino… Ospiti di una trasmissione TV della domenica pomeriggio, quelle che guardano solo le nonne annoiate ed i cui ospiti sono delle tristi caricature di essere umano. Ma che ci salta in testa? Lasciamo perdere!
Troppo tardi? Photo by RASCJ.
Bene, a questo punto supponiamo di aver livellato il terreno e di poter usare le nostre argomentazioni logiche, vediamone i tipi principali.
Più tardi, dopo aver costruito il nostro bel castello di sabbia, vedremo un esempio di fallacia logica basata sull’Ethos in grado di mandare tutto in fumo.
Tipi di argomentazioni logiche (con esempi)
Argomentare significa giungere ad una conclusione logica tramite il ragionamento, partendo da alcune premesse.
Possiamo subito cogliere un limite dell’argomentazione: essa non può essere migliore delle sue premesse.
Se partiamo dalla premessa che la terra è piatta e che la scienza è una truffa potremo sostenere logicamente tante conclusioni strampalate. Un modo per smontare una ottima argomentazione è quindi quello di attaccare le sue premesse più deboli.
Chiarita questa regola generale possiamo raggruppare le argomentazioni logiche in 4 tipologie principali:
Argomentazione deduttiva
Partendo dalla validità delle premesse, si può dedurre senza dubbio la conclusione, tramite semplici operazioni logiche.
Eccone un esempio:
Il mio gatto è un essere vivente. Tutti gli esseri viventi prima o poi muoiono. Quindi il mio gatto, prima o poi, morirà.
Abbiamo applicato la proprietà transitiva: Se A -> B e B -> C allora A -> C.
Ci si può sbizzarrire con tutti gli operatori logici che ci vengono in mente. Ecco un altro caso in cui la matematica torna utile, come quando abbiamo parlato della distribuzione statistica dei rompiballe!
Argomentazione induttiva
È il processo inverso rispetto alla deduzione.
Nella deduzione si parte da premesse universali per giungere ad una conclusione particolare.
Nella induzione si parte da una osservazione particolare per estrarne una regola universale.
Quando sono caduto mi sono fatto male, quindi cadere fa male.
La conclusione in questo caso non è certa, nemmeno se la premessa particolare è corretta. Essa può essere solo probabile e ci potrebbero sempre essere eccezioni.
Ho visto mille cigni bianchi, quindi i cigni sono tutti bianchi.
Questo ragionamento induttivo non può escludere l’esistenza dei cigni neri.
Può comunque tornare utile in una discussione, ad esempio per falsificare una premessa altrui.
Ho visto un cigno nero, quindi non tutti i cigni sono bianchi come sostieni.
Ma qui c’è un raduno! Photo by Mitchell Luo.
Argomentazione abduttiva
Come per quella quella induttiva, anche in questo caso da una osservazione specifica si giunge ad una conclusione generica, ma in questo caso si sceglie consapevolmente la migliore spiegazione tra le tante probabili, senza presumerne la correttezza.
Insomma, facciamo un’ipotesi sulla base delle nostre esperienze.
Ho visto mille cigni bianchi, quindi è ~probabile~ che tutti i cigni siano bianchi.
Argomentazione per analogia
Quest’ultimo caso è in genere quello che produce conclusioni più deboli. Siccome non abbiamo altri appigli ci appoggiamo a delle analogie con situazioni più o meno simili.
Siccome mia mamma mi vuole bene e mia sorella mi vuole bene, anche questa persona che ho davanti deve volermi bene.
Oppure
Nella mia auto il pedale centrale è il freno, quindi anche in quest’altra auto il pedale centrale dev’essere il freno.
A volte funziona, a volte no, ma l’effetto retorico potrebbe comunque essere utile, dipende dalla situazione. Potrebbe addirittura essere più forte di una complessa e raffinata dimostrazione deduttiva, in quanto più semplice da cogliere e più evocativo.
Argomentazione per analogia: “Loro non hanno potuto mettere regole all’immigrazione quindi ora vivono nelle riserve!”
Illogica ed odiosa eppure supportata da una larga fetta di popolazione.
Foto di Andrew James.
Chiudiamo con le argomentazioni strettamente “logiche” e vediamo qualcosa di più piccante in cui mischiamo due ingredienti: Logos (logica) ed Ethos (reputazione).
Per farlo torniamo all’assemblea condominiale.
Argumentum ad hominem
La persona con cui stiamo discutendo ha occupato una zona comune. Lui argomenta che non da fastidio a nessuno e che le cose sono sempre state così. Ipotizziamo pure che sia un bravo oratore e che le sue argomentazioni siano buone.
Siccome stiamo perdendo la battaglia, possiamo ricorrere ad un vecchio trucchetto della retorica sofista, l’argumentum ad hominen.
Invece di ribattere sulle sue argomentazioni logiche, spostiamo l’area di confronto sull’ethos, attaccando in modo più o meno sottile il nostro interlocutore.
A quanto pare il signore qui presente è abituato a scroccare. Ricordo a tutti che gli scrocconi come lui si prendono tutta la mano quando gli si lascia un dito.
Ops… Ora speriamo solo di non aver bisogno di lui in futuro! Photo by Markus Spiske.
Dal punto di vista logico questa argomentazione è fallace. Stiamo generalizzando ed ipotizzando che le cose potrebbero andare peggio quando invece sono stabili da decenni. Soprattutto, stiamo screditando il nostro interlocutore, dandogli dello scroccone e cercando di renderlo antipatico al pubblico.
Nonostante sia una fallacia logica, questo tipo di argomentazione è molto potente in un dibattito pubblico.
Non ti piace vincere un’argomentazione in questo modo? Ti capisco, allora forse la politica non fa neanche per te. Dimmi nei commenti cosa ne pensi!
Conclusione
Riassumiamo le regole base della retorica che possono aiutarci a vincere ogni discussione e capire quali discussioni affrontare.
- Non esiste solo la logica (logos) in una discussione. Per “vincere”, qualsiasi cosa significhi, bisogna lavorare anche sulle emozioni (pathos) e sulla reputazione (ethos).
- Il logos funziona solo quando il terreno è livellato e pathos ed ethos sono sotto relativo controllo.
- Possiamo sfruttare i principali tipi di argomentazione logica durante la discussione: deduttiva, induttiva, abduttiva ed argomentazione per analogia.
- Oppure, possiamo rompere l’equilibrio attaccando l’ethos dell’avversario con un argumentum ad hominen o usare altre fallacie logiche.
Approfondimenti
- Psicologia delle Folle. Gustave Le Bon lo scrisse nel 1895 e da allora fu ripreso da figure di enorme rilievo, tra cui Chomsky e Freud. Si tratta del più antico manuale sulla manipolazione mentale di massa.
- Thank You for Arguing di Jay Heinrichs è il libro che ha dato il via al mio interesse per la retorica classica. È pieno di esempi ed umorismo! Peccato che non è più in stampa l’edizione italiana, che avevo trovato ottima: L’arte di avere sempre l’ultima parola.
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Non commetterai fallacie logiche è una raccolta delle fallacie logiche più diffuse. È un progetto fantastico per riconoscere quando ci stanno abbindolando con le parole. Particolarmente utile il loro poster in pdf, da stampare e tenere a portata di mano mentre si guardano i talk show di politica.
Copertina di Jeremy Bezanger.
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