Non promettere, sorprendi.
5 minuti

Categorie

Ti è mai capitato di fare una promessa su due piedi?

Sul momento sembra una buona idea: senza sforzi abbiamo regalato una “soddisfazione”.

E invece fare promesse è dannoso.

Oggi vedremo perché e come rimediare.

Mai fare promesse

Qualcuno arriva a casa nostra e tira fuori un qualche dono.
Che so, una torta da condividere per l’occasione.

Buona la torta!
Dovremmo ricambiare…

Quindi promettiamo che prepareremo una bella torta anche noi, la prossima volta.

La promessa ci sembra un dono, subito disponibile e poco costoso.
Ci fa sentire meglio: “ecco a te, amico, una promessa.

L’ospite se ne va, immagino un poco perplesso, e noi entriamo in tensione: ora abbiamo una promessa da mantenere!

Promessa fatta faccia preoccupataFoto di Norbert Tóth.

Abbiamo fatto male a promettere, ecco perché.

1. Non fornisci benefici

Mi hai dato la tua parola… E allora? Che me ne faccio?

Una promessa non è altro che aria, parole al vento, non serve a nulla. Il suo beneficio dipende dalla sua eventuale esecuzione. Contano i fatti.

Se mi prometti qualcosa non mi fa stare bene.

Nella migliore delle ipotesi non mi tange.
Se la promessa è una risposta a quello che ho fatto per te, sminuisci il mio gesto.
Oppure mi sembrerà di averti messo in difficoltà, il che mi dispiacerebbe.

La promessa non dà alcun beneficio a chi la riceve.

2. Ti metti sotto pressione

Se fai una promessa dovrai mantenerla, o almeno provarci.

Non è gradevole mancare alla parola data.

Io ci penso spesso, quando faccio promesse, ed indugio in sgradevoli interazioni inventate. Quasi quasi mi diventa antipatico colui a cui ho fatto la promessa!

Insomma, la vivo male.

Ci tocca pagare gli interessi per la promessa fatta, come se fosse un acquisto con carta di credito a pagamento rateale.

Ed è sensibile ad un velocissimo adattamento edonistico.

Adattamento edonistico – andamento soddisfazione per una promessa

Capita anche che la promessa sia esagerata e ci costi troppo mantenerla. A freddo, preferiremmo non averla fatta.

3. Crei delle aspettative

Gradevole e sgradevole sono spesso indicatori relativi.
Non li consideriamo in assoluto ma rispetto a qualcos’altro.

Un po’ come la ricchezza, che dipende dal contesto sociale.

C’è di peggio: troviamo qualcosa gradevole o sgradevole a seconda delle nostre aspettative a riguardo.

Se ti aspetti il sereno e poi è nuvoloso, ne sei deluso.
Ma se prevedevi temporali e poi è nuvoloso, ne sei contento.

Quando facciamo una promessa alziamo le aspettative.

Aspettative e soddisfazione - grafico Andamento con e senza sorpresa

È difficile soddisfare coloro a cui abbiamo promesso il mondo.

Ecco perché i regali di Natale spesso non danno quella bella gioia che dovrebbero: già te li aspetti.

Quindi le promesse non vanno bene. Alternative?

Sempre fare sorprese

Ecco la regola:

Mai fare promesse, sempre fare sorprese.

Se invece di promettere la torta stiamo zitti, la prossima volta che ci vedremo potremo scegliere qualcosa di opportuno per l’occasione.

Magari una bella torta, se possiamo.
O un tortino al volo, se eravamo di fretta.
O una bottiglia di vino.
O solo un bel sorriso rilassato. Quanto è gradito!

Qualsiasi cosa porteremo batterà le aspettative (basse) che non abbiamo gonfiato.

Rinforzo variabile

In psicologia comportamentale, il rinforzo è un evento che favorisce una certa risposta da parte di un organismo vivente.

“Seduto!” Il cane si siede… e riceve un biscotto.

Il cane impara che sedersi a comando ha conseguenze positive.

I rinforzi più potenti sono quelli con un certo grado di casualità.

Si parla in questo caso di rinforzo intermittente.

Rinforzo intermittente - Slot machineFoto di Ays Be.

Pensa alle slot machine. Erogano le vincite in modo apparentemente casuale, imprevedibile. Se fossero prevedibili perderebbero la loro attrazione.

Fare sorprese, in un certo senso, è come essere una slot machine. Non si sa se e quando ci sarà qualcosa di bello.

E senza aspettative ogni gesto viene apprezzato di più.

Il peso delle grandi occasioni

Parlavamo prima dei regali di Natale. Arrivano tutti insieme, ce li si aspetta, non sorprendono nessuno. Non c’è magia, solo consumo.

Pensa invece ad una sorpresa che hai ricevuto.

Può essere anche un piccolo gesto. Non ti aspettavi nulla ed invece qualcuno ha pensato, genuinamente, senza pressioni, a te.

Non lo ricordi con gioia?

Per questo abbiamo deciso come famiglia di non scambiarci più regali di Natale. Ci scambiamo regali a caso, se e quando ci va, senza pressioni.

Ed il Natale va molto meglio! Beh, non per tutti, c’è chi ci accusa di averlo rovinato ?.

Promesse e contratti

Prima di chiudere bisogna chiarire una cosa: c’è differenza fra una promessa velleitaria, del tipo di cui parliamo qui, ed un contratto.

La promessa è sciocca.

Il contratto, invece, essendo vincolante e chiaro, permette a due parti di organizzarsi avendo chiari gli impegni di ognuna e sapendo cosa succede se si manca agli accordi.

Così il commerciante può organizzarsi per vendere la merce che lo spedizioniere si è impegnato a fornire entro 30 giorni.

I contratti sono fondamentali per il buon funzionamento della nostra società.

Più in generale, sono fondamentali gli impegni formali e seri che ci prendiamo l’un l’altro. Non vaghe promesse, ma chiari accordi che impattano la vita altrui.

C’è un mondo di differenza.

Conclusione

Le promesse creano pressioni e gonfiano le aspettative, senza benefici.

Meglio genuine sorprese fatte a cuor leggero, che diano gioie inaspettate a chi le riceve e restino impresse nella memoria.

Segui la regola: non promettere mai, sorprendi sempre.

? Nei commenti: hai mai fatto una promessa di cui ti sei pentito?

Approfondimenti

Il modo in cui funziona il nostro cervello è intrigante, specie quando si tratta di prendere decisioni razionali come il fare o meno una promessa.

Non sempre le nostre decisioni sono sensate!

Ecco i miei libri preferiti sul tema:

  • Predictably irrational di Dan Ariely è un’avvincente raccolta di esperimenti di psicologia comportamentale che indagano i nostri comportamenti irrazionali più evidenti.
  • Pensieri lenti e veloci del premio nobel Daniel Kahneman racconta degli esperimenti pionieristici svolti da lui e Amos Tversky a partire dagli anni ’60 e che hanno avviato il campo di ricerca dell’economia comportamentale.
    Per approfondire, una bella biografia di Kahneman e Tversky è Un’amicizia da Nobel di Michael Lewis.
  • Nudge. La spinta gentile di Richard Thaler, altro premio nobel per l’economia. Descrive strategie per convincere le persone a comportarsi in un certo modo, senza imposizioni rigide e quasi senza che se ne accorgano.
  • Se proprio devi fare regali di Natale, almeno falli utili! Qui trovi una collezione di potenziali regali di Natale che non verranno subito cestinati. Forse.

    Copertina di Alberto Barrera.