Quello che veramente importa
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Ce lo abbiamo sempre sotto gli occhi, ma servono gli occhi giusti per vederlo.

Questa mattina mi sono alzato determinato. Pensavo a quanto tempo ho perso negli ultimi mesi, fra pannolini e ruttini che hanno sottratto tempo al mio prezioso lavoro. Neanche ho avuto tempo di scrivere sul blog. Ero seccato, o come dice mia moglie, ero stitico.

Mi lavo veloce. Colazione al volo, voglio mettere in cassaforte almeno 4 ore di lavoro prima di pranzo. Prima di sedermi al computer faccio una capatina al bagno. Mia moglie sta cambiando la bambina ma io ho fretta ed entro lo stesso così da non dovermi interrompere più tardi.

Lei è lì, col sederino al vento e guarda beata il vetro della doccia.

Ha lo sguardo rapito, un sorriso sdentato stampato in faccia e ride di gusto. Eh, sì, ride proprio! Ma che ha da ridere? È solo un vetro, neanche pulitissimo a causa sua che ci sta esaurendo le energie. E ride per sciocchezze mentre io ho fretta…

E mi sento uno scemo. Ma che ho in testa? Lei ha capito tutto! Ride davanti ad un vetro e gode dei riflessi della luce che entra dalla finestra. Oh, fuori c’è l’alba! Il cielo è rosa, arancione ed azzurro, striato di nuvole ed il contrasto con le nostre amate montagne è fantastico. Lei ride e fa quei piccoli versi acuti dei bambini, che bellezza.

Ma avevo fretta di cosa? Di andare a scrivere qualche articolo per creare contenuti? Di lavorare per portare qualche euro in un conto in banca già robusto quanto basta?

Rileggevo qualche notte fa Il Piccolo Principe. L’ho preso per leggerlo a mia figlia. A dire il vero glielo ho già letto, in parte. Rideva anche a quello, è tutto un ridere e sorridere e versetti di questi tempi. Comunque, dicevo, ho riletto il piccolo principe alle 3 di notte e c’è questo personaggio che il Piccolo Principe incontra durante i suoi viaggi: un uomo d’affari.

Il piccolo principe gli domanda cosa sta facendo e lui, preso dalla contabilità, gli risponde brusco: non ho tempo per queste sciocchezze da bambini. Lui deve fare la conta delle stelle che “possiede”, non può perdere tempo ad ammirarle. Che omino ridicolo, eppure siamo in tanti a comportarci così. Io mi comporto così, un criceto stitico che fa girare la sua importante ed urgente ruota.

Noi adulti abbiamo subito decenni d’indottrinamento: bisogna lavorare, anche quando il lavoro che facciamo non è utile; crediamo che i soldi possano comprare quello che ci manca, anche se quello che conta davvero è gratis o quasi; e cediamo alle pressioni sociali più disparate che ci fanno [fare a gara a chi ha più bello](/il-costo-dello-status/). Non riusciamo a goderci il sapore dei biscotti che compriamo, né il profumo della vacanza al mare che paghiamo né il gratuito calore del sole sulla pelle né il sudato abbraccio coi nostri figli.

Abbiamo in testa un sacco di preoccupazioni assurde. In un libro di Dale Carnegie (mi pare fosse questo) ho trovato una frase che mi è rimasta impressa, diceva pressapoco così: Noi persone sane di mente non siamo come gli schizofrenici. Quelli sono ossessionati da eventi che non sono mai successi. Noi, invece, lo siamo da eventi che non succederanno.

Per questo tanti di noi credono che sia meglio lasciar perdere i raggi di sole ed i sorrisi dei bambini per fatturare duro e costruirsi più sicurezze per il futuro. Un giusto sacrificio…

Non oggi. Oggi mi godo la presenza della mia famiglia e le luci del tramonto quindi questo articolo finisce qui.

Ecco un proposito per il 2022: fare spazio per ciò che conta davvero. Prima o poi moriremo e per allora sarà meglio avere in cassaforte un po’ di belle memorie: nessun conto in banca potrà comprarcene di decenti in quel momento.

Buon 2022.

Copertina di <a href="https://unsplash.com/@mahmudahsan?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Mahmud Ahsan</a>.