Una mela marcia può rovinare tutto il cesto.
Non solo puzza in modo sproporzionato, essa può compromettere anche le mele vicine e trarre in inganno chi osserva il cesto: “ugh, tutte marce queste mele qui”!
Come per le mele in un cesto, anche gli esseri umani che si comportano in modo tossico hanno lo stesso impatto negativo sul gruppo di cui fanno parte.
Per questo è così importante individuare e cercare di recuperare le “mele marce”.
La mela marcia
Una mela marcia è qualcuno che si comporta in modo dannoso:
Un poliziotto corrotto.
Una coppia di genitori esauriti.
Il padrone di un cane che ne lascia per strada le deiezioni.
Le mele marce sono in genere poche ma fanno molto rumore.
Se non raccolgo i bisogni del mio cane e lo lascio urinare davanti all’uscio dei vicini, nel giro di poche settimane l’intero quartiere sarà ridotto ad un campo minato di crocchette digerite e macchie maleodoranti.
Un poliziotto corrotto rovina le operazioni di tutto un dipartimento. Uno violento è in grado di traumatizzare un’intera comunità.
Due genitori esauriti possono dissuadere decine di giovani coppie da mettere su famiglia e disturbare la serenità di un’intero quartiere o scuola.
Anche da sola, la mela marcia può fare grossi danni.
Ma la mela marcia non rimane sola a lungo.
Una mela marcia rovina tutto il cesto
La saggezza contadina ci viene ancora una volta in aiuto.
Le mele, come banane, kiwi e pomodori, sono frutti che maturano anche dopo la raccolta. Si dicono climaterici. L’etilene è l’ormone responsabile della maturazione e le mele ne rilasciano in quantità tanto maggiore quanto più sono mature.
I frutti esposti all’etilene tendono a maturare più velocemente. Ricordi quella storia del mettere una mela vicino ai kiwi per farli maturare? Ecco.
Una mela marcia rilascia grandi quantità di etilene ed in breve tempo intacca le mele vicine, facendole marcire a loro volta. Questa grande quantità di etilene favorisce la maturazione rapida di tutto il cesto, che in breve tempo rischia di essere tutto rovinato.
Lo stesso capita nei gruppi umani.
Il poliziotto corrotto dà il cattivo esempio ai colleghi e qualcuno potrebbe cedere a comportamenti simili.
Se l’intero quartiere è pieno di escrementi di cane, sarò mica io l’unico scemo a raccogliere quelli del mio animale. Tanto è già tutto uno schifo, no?
Lo chiamano effetto finestra rotta: quando la situazione è già degradata è più probabile che altri si comportino in modo poco civile, aumentando il degrado in una spirale di escrementi senza fine.
Inoltre, siccome è evidente che chi dovrebbe vigilare non sta facendo nulla, ci sentiamo pure esonerati da ogni colpa. E questo lo chiamo effetto tatismo.
Purtroppo gli effetti nocivi di una mela marcia non si fermano qui.
Visto da fuori, l’intero cesto sembra marcio
Siccome non è ovvio che le poche mele marce fanno così tanti danni, ci sembra che la responsabilità sia di gran parte delle persone.
È la spiegazione più semplice.
Il gruppo pare più omogeneo di quanto non sia in realtà.
Ti faccio un esempio.
Prima di avere nostra figlia, guardavamo da fuori al gruppo dei neo-genitori. Quelle che saltavano all’occhio erano le famiglie più complicate, rumorose e disordinate, quelle i cui bambini piangevano e facevano capricci.
Di conseguenza, pensavamo che tutti i genitori moderni fossero così.
Poi siamo diventati genitori. Ora osserviamo con più attenzione il gruppo di cui facciamo parte: è pieno di angioletti, bambini che dormono nel passeggino, che fanno domande garbate, che salutano con gioia noi e nostra figlia quando passiamo.
I rompiscatole ci sono ma sono davvero pochi. Solo che, da fuori, sono gli unici che noti!
Ed è qui che una mela marcia fa più danno. Fa apparire tutti gli appartenenti al proprio gruppo come responsabili del suo comportamento tossico.
Se io non raccolgo gli escrementi del mio cane, ci andrai di mezzo anche tu che fai il tuo dovere quando qualcuno, seccato, metterà cartelli minatori nelle strade e farà pressioni sul comune per prendere provvedimenti. Ci andrai di mezzo se gli abitanti del quartiere cominciano a guardare di cattivo occhio tutti i possessori di cani. Ci andrai di mezzo se saranno decise leggi per tassare i padroni di cani per ripagare i danni causati da pochi.
Ecco perché è così importante individuare le mele marce e cercare di recuperarle.
Gestire una mela marcia
Mi piacerebbe avere una bella sfilza di consigli di comprovata efficacia per recuperare qualcuno che è uscito dalla via della convivenza civile. Se esistesse avremmo meno problemi sociali.
Qualcosa di utile possiamo comunque metterlo sul piatto.
1: Adottare una mentalità dinamica
Significa liberarci dal pregiudizio che le persone non cambino, che i geni spieghino tutto, che quando uno è fatto in un certo modo non c’è possibilità di cambiamento.
È un’idea falsa e bigotta.
Esistono delle predisposizioni, certo. C’è chi è più portato per la matematica e chi più dotato fisicamente. Tutti, però, possono fare dei grossi passi in qualsiasi direzione, qualsiasi siano le loro competenze iniziali.
Una mentalità dinamica presuppone che tutti possono imparare e migliorare, nessuna mela marcia esclusa.
2: Non fare di tutta un’erba un fascio.
Quando osserviamo da fuori qualcosa di sbagliato, specie se proviene da un gruppo di cui non facciamo parte, dobbiamo ricordarci della distribuzione dei rompiballe: i responsabili del danno sono pochi.
Non bisogna accanirsi contro tutto il gruppo, altrimenti si emargina, demotiva e punisce anche chi non ha colpe.
L’ideale è coinvolgere chi in quel gruppo è virtuoso affinché capisca il danno che gli viene arrecato dalle mele marce ed aiuti a correggerle.
3: Correggere non significa punire
Non si può correggere con la coercizione. Per correggere serve comprensione.
Solo se capisci che qualcosa è sbagliato e nuoce a te e a chi ti sta intorno cambierai atteggiamento. Finché non lo capisci davvero non cambierà nulla.
Purtroppo non è facile correggere qualcuno. Ci vuole pazienza ed empatia ed alle volte ci sono delle teste dure che impiegano anni a capire.
Ecco un esempio.
Questo mio parente fumava un paio di pacchetti al giorno.
Gli abbiamo fatto presente che ne andava della sua salute e lui niente, non credeva alle prove scientifiche.
Gli abbiamo imposto di non fumare in casa e lui lo faceva in balcone, orgoglioso e polemico.
Fumava vicino a bambini, donne incinta, anziani e rompeva le scatole ai camerieri perché non si fumava più nei locali come ai “bei vecchi tempi”.
Aveva tutti contro.
Risultato? Diventava sempre più ostinato sulla sua posizione.
Poi ebbe un problema di salute ed il dottore gli fece notare che fumare era la causa del suo male. A quel punto ha capito che fumare fa male e che non stavamo tutti tramando alle sue spalle. Ha smesso dalla sera alla mattina, mai più toccato una sigaretta.
Morale: punizioni, emarginazione, minacce possono rivelarsi controproducenti e suscitare comportamenti opposti a quelli che desideriamo. Fenomeno detto “reattanza psicologica”.
Il dito può servire ad indicare o a cavare gli occhi. Educare o punire. Foto di Artyom Kabajev.
Solo in casi estremi l’isolamento dalla società è giustificato perché il soggetto non è recuperabile o perché è pericoloso. Le punizioni, poi, anche quando travestite da strumento educativo, servono più a placare l’ego del giudice che a correggere.
Ma di sicuro funzionano da deterrente, no? Mah, la questione è complessa e bisogna ancora fare ricerche.
Insomma, le uniche strade che conosco per correggere qualcuno sono:
- Cercare di far capire che un comportamento è sbagliato
- Modificare l’ambiente per favorire un cambiamento delle abitudini negative.
So che non è molto, ma spero possa essere un punto di partenza.
Conclusione
Ci possono essere mele marce in ogni gruppo di persone.
In genere sono poche, ma possono “contagiarne” altre.
Da fuori, le mele marce fanno sembrare marcio tutto il cesto.
Quindi è importante gestire le mele marce nel modo corretto.
- Capendo che chiunque può cambiare.
- Non generalizzando, così da avere la collaborazione del gruppo.
- Facendo capire l’errore ed aiutando a cambiare le abitudini della “mela marcia”.
È una strada faticosa ma non ci sono alternative. Se lasciamo le mele marce a loro stesse rovineranno tutto il cesto.
Approfondimenti
- Mindset, della psicologa Carol Dweck, spiega in modo approfondito il concetto di mentalità dinamica e statica e le implicazioni di adottare una piuttosto che l’altra. Qui in lingua originale.
- Sul ruolo di punizioni, minacce e coercizioni nell’educazione consiglio I ragazzi felici di Summerhill di Alexander S. Neill. Racconta il famoso esperimento della sua scuola nel Regno Unito, improntata alla libertà degli alunni invece che sull’imposizione di programmi e regole.
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Ho scritto un breve articolo sui fondamenti della retorica aristotelica, utile se devi cercare di vincere una qualche discussione con un tipo cocciuto che si diverte a commettere fallacie logiche. In tal caso… Auguri e complimenti per il coraggio!
Copertina di Maria Teneva.
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